Il sostegno a chi è sfiduciato

I Verbi del Cuore

Rin-cuorare


Due persone camminano insieme: si può capire che non sono felici: i corpi sono ripiegati, il volto triste, i movimenti lenti. Ogni tanto dicono una parola, che però non è diretta all’altro. Sono sulla strada tra Gerusalemme ed Emmaus: tornano a casa, perché non hanno un altro luogo dove andare. 
Qualche tempo prima avevano seguito un forestiero, con un gruppo di amici: quel Nazareno aveva reso tutto nuovo, portando gioia e pace nella loro vita quotidiana. Ora però era morto. Così lo avevano perduto.
Però tutto cambia quando lo sconosciuto comincia a parlare e cerca di rin-CUOR-arli: lui li aveva ascoltati, ora sono loro ad ascoltare lui. Parla di cose che già sapevano: la storia di Mosè, liberatore dall’Egitto, poi quella dei profeti che hanno richiamato il popolo a non perdere la loro libertà.
Ciò che era sembrato confondere così tanto, cominciava ora ad offrire orizzonti nuovi; ciò che era opprimente, adesso sembrava liberante; la tristezza lasciava il posto alla gioia! Cominciarono a quel punto a capire che la loro vita non era poi così piccola, ma parte di un grande mistero che si estendeva dall’eternità all’eternità. 
In Gesù c'è l’occhio e il cuore di uno che ci ama così come siamo. Cristo - la Parola ultima e definitiva di Dio - chiama ciascuno di noi ad una vita di intimità con lui. E’ lui che ci fa esistere come figli, uomini liberi, interlocutori di Dio! Ma inizialmente l'essere rin-CUOR-ati non produce l'effetto di staccarsi dal passato, voltare pagina e ripartire con un colpo d'ala. Quei due conoscono la Scrittura; rifiutano però lo scandalo della Croce, ignorando che essa è la chiave per comprenderla. Non capiscono perché hanno il cuore morto, raggelato. Solo più tardi si confideranno l'un l'altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre egli conversava con noi?”.
Emmaus è tutto questo: capire che il cammino prima di arrivare a sedersi a tavola è lungo e faticoso e l'azione del risollevare il fratello dal suo sconforto non produce subito il risultato sperato. Rin-CUOR-are è certamente un verbo che presuppone pazienza e perseveranza: i cuori di Cleopa e dell'amico rimangono chiusi, ancorati al passato anche quando il passato è alle spalle. Ma il personaggio misterioso li aiuta a leggere i fatti alla luce delle Scritture per dire loro che le cose dovevano proprio andare così. 
 

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